Monache Benedettine dell'adorazione perpetua
del Santissimo Sacramento

Monastero SS. Salvatore, Grandate

In monastero
Mercoledì 18 settembre, ore 20.30, la comunità monastica celebra l'ufficio di lettura
                                       in preparazione alla Solennità della Dedicazione della chiesa del Monastero

Giovedì 26 settembre, ore 20.30, adorazione eucaristica comunitaria

Tutti i sabato sera, alle ore 20.30, la comunità monastica celebra l'ufficio di lettura in preparazione alla liturgia domenicale.


"A piedi sui sentieri della preghiera":

proponiamo una serie di brevi meditazioni sulla spiritualità e la preghiera, accompagnati da San Benedetto e Madre Mectilde de Bar.


"Sulle orme di madre Caterina Lavizzari" 




lunedì - martedì - mercoledì - venerdì - sabato: celebrazione Eucaristica, ore 7.30

giovedì e domenica: celebrazione Eucaristica, ore 9.00

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In Parrocchia 

www.parrocchiagrandate.it

Parrocchia S. Bartolomeo . Via Giovanni XXIII · 3 · Grandate · (CO) · 22070 · ITALIA

info@parrocchiagrandate.it


In Dioecesi 

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Studio Teologico Benedettino, STBI 

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... facendo memoria ...

4 luglio 1954 - 4 luglio 2024

La vita delle monache nel monastero, dall'alba al tramonto,
dalle Lodi a Compieta, secondo l'ora et labora…
et adora benedettino.

Il video è stato realizzato in occasione dei 70 anni dell'arrivo delle Monache a Grandate, avvenuto il 3 luglio 1954. La loro partenza avvenne il 1 luglio 1954 da Piedimonte Matese.

Il monastero è prima di tutto il luogo dell’incontro con Dio,
dove Dio sta veramente al centro,
come punto di partenza e di riferimento
per tutto e per tutti in ogni momento.
Il monastero è aperto per chi desiderasse fare un ritiro spirituale.

Dal 30 giugno al 3 luglio 2024, gli eventi al Monastero di Grandate, in occasione del trasferimento da Piedimonte Matese avvenuto nel 1954.
Accompagna il canto il coro della parrocchia di Grandate.

Liturgia della Parola

XXIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno B, 15 Settembre 2024

   «Tu sei il Cristo».
Così risponde Pietro alla domanda di Gesù: «Ma voi, chi dite che io sia?». Domanda cruciale e decisiva, sempre attuale e rivolta anche a ciascuno di noi. In base alla risposta che diamo, definiamo la nostra relazione con Dio e cominciamo a scoprire chi siamo e che cosa abita nel profondo del nostro cuore.
L’intero Vangelo di Marco è tutto un crescendo, perché ci fa passare dall’oscurità iniziale fino ad arrivare a una luce finale decisiva, che è l’illuminazione della fede, così bene espressa dal centurione romano ai piedi della croce: «Davvero costui è figlio di Dio!» (cfr. Mc 15,39).
La risposta di Pietro circa l’identità di Gesù rappresenta, dunque, il centro del Vangelo di Marco: non siamo più nella nebbia della ‘gente’, che rivede in Lui uno dei grandi del passato (Elia, Giovanni Battista, qualcuno dei profeti), siamo ancora ben lontani anche solo dall’immaginare che Gesù sarà il Crocifisso Risorto, ma con Pietro scopriamo che è il Messia, la speranza di Israele fatta persona.
Pietro ci aiuta così a scoprire il volto messianico di Gesù e, attraverso la sua esperienza, ci insegna una cosa molto importante: la fede è un cammino continuo e progressivo che porta sempre oltre, verso una conoscenza magari sconvolgente, ma sempre più nuova, intima e profonda del Signore Gesù. Come ogni cammino, anche il cammino della fede è caratterizzato da alti e bassi, da cadute e da riprese, da corse in avanti e da brusche frenate…guai a noi nel momento in cui ci considerassimo degli ‘arrivati’!
Lo vediamo chiaramente nell’apostolo Pietro: prima riconosce in Gesù il Messia (ed è un passo avanti), ma la sua concezione di Messia è ancora troppo umana, terrena e decisamente lontana dalla via di Dio. Il mistero pasquale di passione, morte e risurrezione è troppo fuori dai suoi schemi, troppo inaccettabile…e nella sua impulsività arriva addirittura a rimproverare il Signore (e fa tanti passi indietro!). Fatto sta che alla sua confessione di fede, fa seguito la sua sconfessione da parte del Signore stesso, che lo chiama addirittura Satana!
A questo punto, il Signore, rivelata la novità del suo modo di essere Messia, rivela chi è il suo vero discepolo: è chi lo segue rinnegando se stesso e portando la propria croce.

Siamo sinceri, anche noi ci riconosciamo in tutto e per tutto in Pietro e spesso, di fronte all’ombra della croce, come lui vorremmo rifiutarla e scappare…segno che il nostro cammino di ricerca e di fede in Gesù deve continuare, perché siamo ancora lontani dalla luce della rivelazione pasquale.

Per noi, discepoli in erba, in questa Domenica che cade al 15/09, memoria della BVM Addolorata, viene spontaneo guardare a lei e metterci alla scuola della prima e più perfetta discepola di Cristo. Come recita la Lumen Gentium: «anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr. Gv 19,25) soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di Lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata» (n. 58). Maria Santissima ci aiuti con il suo esempio a comprendere che il cristianesimo non ci insegna come evitare la croce, ma come risorgere attraverso la sua assunzione.

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Assaggi di Grazia

La profezia non consiste nell'indovinare il futuro, ma in una lettura del presente che sappia di futuro possibile. L speranza non è fantasticheria, ma è la virtù di chi nell'oggi riconosce il Regno che viene. ("Disinnescare futuri", di Manuel Belli, rivista di liturgia pastorale n.358)

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Monastero SS Salvatore - via Giovanni Paolo II n.1 - Grandate - 22070 - Como - infobenedettinegrandate@gmail.com

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