Monastero SS. Salvatore, Grandate
In monastero
Lunedì 18 settembre, ore 20.30: ufficio di lettura con esposizione eucaristica per la solennità della dedicazione della nostra chiesa
"A piedi sui sentieri della preghiera": proponiamo una serie di brevi meditazioni sulla spiritualità e la preghiera, accompagnati da San Benedetto e Madre Mectilde de Bar.
Adorazioni comunitarie mensili (scarica le date)
lunedì - martedì - mercoledì - venerdì - sabato: celebrazione Eucaristica, ore 7.30
giovedì e domenica: celebrazione Eucaristica, ore 9.00
Orario della preghiera comunitaria della Liturgia delle Ore
Tutti i sabato sera, alle ore 20.30, la comunità monastica celebra l'ufficio di lettura in preparazione alla liturgia domenicale.
Incontro oblati _ gli incontri riprenderanno domenica 17 Settembre
La nostra pagina facebook
Canale youtube
In Parrocchia
www.parrocchiagrandate.it
Parrocchia S. Bartolomeo . Via Giovanni XXIII · 3 · Grandate · (CO) · 22070 · ITALIA
info@parrocchiagrandate.it
In Dioecesi
www.diocesidicomo.it
Studio Teologico Benedettino, STBI
www.benedettineitaliane.org/newsletter
Commento alla Liturgia della Parola
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO, ANNO A
Questa 24ª domenica del tempo ordinario ci fa riflettere sul tema del perdono, importantissimo per Cristo e i suoi discepoli, e che ci tocca molto da vicino perché, forse, tutti i giorni abbiamo qualcosa da perdonare e da farci perdonare.
È un argomento affrontato anche nell’AT come attesta il brano della 1ª Lettura tratto dal libro del Siracide, uno dei libri sapienziali, che considera il rancore, l’ira e l’odio cose abominevoli e riprovevoli tanto da spingere Dio a intervenire e a non concedere, a sua volta, il perdono. La conclusione alla quale arriva il saggio Ben Sira è molto semplice: se vuoi avere il perdono da Dio per i tuoi peccati, perdona anche tu al tuo prossimo.
È quanto ripete Gesù con la parabola riportata nel Vangelo odierno stimolato dalla domanda di Pietro che chiede quante volte deve perdonare; sette volte è già una bella cifra perché questo numero indica la pienezza, il compimento, è già un bel traguardo. Gesù però rilancia, non sette volte, ma settanta volte sette, una pienezza ancora più piena, una misura smisuratamente più grande. Davanti al probabile sconcerto dei discepoli Gesù racconta una parabola, paradossale, ma molto chiara nel suo insegnamento. C’è un re che sistema i conti con i suoi servi e uno di loro ha un debito con lui di sessanta milioni di denari, una cifra enorme, sproporzionata per un servo, come avrà fatto ad accumulare un simile debito è poco comprensibile per la sua semplice vita e che ora non può saldare. Non gli resta che supplicare il re di usare pazienza con lui e la ottiene, anche se il re sa che ben difficilmente riavrà l’ingente somma. Questo servo però ha un compagno che gli deve cento denari, un cifretta rispetto ai sessanta milioni di denari, e incontratolo lo aggredisce per farsi restituire la somma; davanti alle suppliche di costui, anziché comportarsi come il re, lo fa gettare in prigione. L’episodio è riferito al re che fa chiamare il servo, suo debitore e lo rimprovera per non aver trattato il suo compagno con la medesima bontà ricevuta; e lo fa gettare in prigione senza più condonargli il debito. Al posto del re mettiamo Dio, ognuno di noi si metta a quello del servo con il grosso debito e consideriamo il nostro prossimo come il servo che ci deve una somma modesta. Tutto prende senso e non servono spiegazioni, dobbiamo solo prendere coscienza che nei confronti di Dio abbiamo molto da farci perdonare; una inezia invece quello che dobbiamo perdonare al nostro prossimo. Se Dio ci perdona tanto perché non dobbiamo perdonare a nostra volta? Se Dio è buono con noi perché non usare la stessa bontà con gli altri? Non è facile comportarsi come Dio, siamo umani, ma la Sua grazia aiuta se noi vogliamo imitare il suo comportamento misericordioso ed è quanto chiede ai suoi discepoli. Vogliamo continuare a ricevere il suo perdono, a vivere in comunione con Lui qui e in modo perfetto nell’eternità? Chiediamo la Sua grazia per perdonare, sempre e con larghezza; non c’è altra strada.
S. Paolo nel brano della lettera ai Romani (2ª Lettura), ci ricorda, infatti, che noi come suoi discepoli, viviamo per il Signore e nel nostro quotidiano abbiamo occasioni di morire per Lui nel nostro egoismo; e il nostro morire sarà per risorgere con Lui perché Egli è il Signore dei morti che vivono in eterno.
Dai “Discorsi “ di sant’Agostino, vescovo.
“Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello”. Ecco, fratelli, il concetto è chiaro, l’ammonizione utile; ci viene richiesta un’obbedienza veramente salutare perché si adempia ciò che è stato comandato. Poiché ogni uomo è debitore verso Dio e ha per debitore il suo fratello. Chi può considerarsi non debitore di Dio, se non colui nel quale non si trova peccato? E chi non avrà per debitore il fratello se non colui contro il quale nessuno ha peccato? Credi tu che si possa trovare qualcuno del genere umano che non si sia implicato in qualche peccato verso suo fratello? Ogni uomo è dunque debitore, e a sua volta ha qualche debitore. Perciò Dio che è giusto ti ha dato nei riguardi del debitore la norma che egli osserverà con te.”
Disc.83
Vedi tutto ...
La profezia non consiste nell'indovinare il futuro, ma in una lettura del presente che sappia di futuro possibile. L speranza non è fantasticheria, ma è la virtù di chi nell'oggi riconosce il Regno che viene. ("Disinnescare futuri", di Manuel Belli, rivista di liturgia pastorale n.358)
Vedi tutto...
Designed with Mobirise site templates