Monache Benedettine dell'adorazione perpetua
del Santissimo Sacramento

Monastero SS. Salvatore, Grandate

In monastero  

Sabato 16 marzo ore 20.30 Ufficio di lettura della V domenica di Quaresima

Giovedì 21 marzo non ci sarà l'adorazione eucaristica comunitaria.

"A piedi sui sentieri della preghiera": proponiamo una serie di brevi meditazioni sulla spiritualità e la preghiera, accompagnati da San Benedetto e Madre Mectilde de Bar.

"Sulle orme di madre Caterina Lavizzari" 

lunedì - martedì - mercoledì - venerdì - sabato: celebrazione Eucaristica, ore 7.30
giovedì e domenica: celebrazione Eucaristica, ore 9.00
Orario della preghiera comunitaria della Liturgia delle Ore
Tutti i sabato sera, alle ore 20.30, la comunità monastica celebra l'ufficio di lettura in preparazione alla liturgia domenicale.

         
Incontro oblati _ prossimo incontro 16 aprile

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Liturgia della Parola

V Domenica di Quaresima, Anno B, 17 marzo 2024

All’inizio del Vangelo di questa Domenica incontriamo alcuni Greci che ci danno uno splendido esempio: sono proseliti (pagani simpatizzanti del culto di Israele), saliti a Gerusalemme in occasione della Pasqua. Non essendo Ebrei, non possono entrare nel Tempio, ma manifestano a Filippo il desiderio profondo che portano nel cuore: «…vogliamo vedere Gesù».
Per quanto sobria ed enigmatica, la scena è davvero un punto culminante nel Vangelo di Giovanni: di questi Greci non sapremo più nulla, eppure sono i primi Gentili venuti a cercare Gesù, che ormai capisce che può dichiararsi come il Salvatore di tutti. Ecco, è venuta l’ora, l’ora decisiva, l’ora della gloria.

Soffermiamoci un attimo sul desiderio di questi Greci: «…vogliamo vedere Gesù», dove ‘vedere’ significa non solo ‘conoscere’ esteriormente, ‘incontrare’, ma anche vedere più in profondità, ‘credere in’ Lui.
Se ci pensiamo bene, questo è lo stesso desiderio profondo che abita nel nostro cuore e nel cuore di ogni uomo che cerca il bene, il bello, il vero e che, per dirla con Sant’Agostino, sarà sempre inquieto finché non riposa in Dio.

Questa richiesta fa scattare una vivace e movimentata dinamica, che è un esempio bello di preghiera di intercessione: i Greci si rivolgono a Filippo (forse per il suo nome greco o forse perché era un galileo di Betsaida), Filippo va a chiedere aiuto ad Andrea e i due discepoli vanno insieme da Gesù, affinché per quei Greci il sogno possa diventare realtà.
È una dinamica che si riflette anche nel nostro cammino di fede, ogni volta che fratelli più esperti, credenti e credibili, ci aiutano ad incontrare Gesù.

L’autore del Vangelo non ci dirà mai se alla fine quei Greci poterono realizzare il loro desiderio, ma riporta una serie di detti del Signore che sono uno splendido commento sul tema della vita e della morte.
Certo, la risposta di Gesù ci sorprende.
Se la leggiamo in modo superficiale, la nostra prima reazione potrebbe essere: “Ma cosa stai dicendo??? Chiedono di conoscerti…e tu parli del seme che muore? Cosa c’entra?!?”.
Eppure, c’entra eccome: se vogliamo conoscere Gesù, dobbiamo ascoltare Lui, lasciare cadere tutti i preconcetti e le immagini del Salvatore che ci portiamo dentro, per lasciarci spiazzare, sconvolgere e convertire dalla sua perenne novità.

Ecco, allora, che il seme che muore diventa immagine di Cristo ed è già annuncio del mistero pasquale: per attirarci tutti a sé, Gesù verrà innalzato da terra e una volta consumato il suo sacrificio sulla croce, verrà deposto nel sepolcro, come il chicco di frumento è affidato alla terra per le messi future. Da quel sepolcro uscirà l'umanità rinnovata, gioiosa e partecipe dello splendore di Dio (Mons. Inos Biffi).
Non avrebbe alcun senso l’immenso dolore della morte in croce se la passione di Cristo non fosse sostenuta dalla passione d’amore di Dio per noi; allo stesso modo, ogni nostro dolore sarebbe assurdo e inaccettabile se vissuto senza di Lui. Adesso, però, la morte non ci fa più così paura, poiché sappiamo che con Cristo vince la vita.
Anche noi, infatti, «per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria dei Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione» (Rm 6,4-5) … affinché in tutto sia glorificato Dio (=ut in omnibus glorificetur Deus, motto benedettino, RB 57,9).
Grazie, Signore, per il Mistero pasquale che rivela la tua passione d’amore per ciascuno di noi,
grazie per il dono del Battesimo, grazie per chi ci ha aiutato e continua ad aiutarci a credere in Te!
Signore, se qualcuno oggi ci dicesse: «…vogliamo vedere Gesù»,
rendici testimoni credibili del tuo amore,
per non essere un ostacolo, ma un tramite all’incontro con Te! Amen.




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Assaggi di Grazia

La profezia non consiste nell'indovinare il futuro, ma in una lettura del presente che sappia di futuro possibile. L speranza non è fantasticheria, ma è la virtù di chi nell'oggi riconosce il Regno che viene. ("Disinnescare futuri", di Manuel Belli, rivista di liturgia pastorale n.358)

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Monastero SS Salvatore - via Giovanni Paolo II n.1 - Grandate - 22070 - Como - infobenedettinegrandate@gmail.com

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